Se qualcuno di voi non riuscisse a resistere alla tentazione di recarsi nel mese prossimo alla Fiera di Rho per visitare il “Milano Auto Show”, sarà meglio che desista. Non vedrebbe alcunché, non vi troverebbe alcun Salone. L’evento, infatti non si terrà. Gli organizzatori vi hanno rinunciato. L’annuncio, dopo una serie di anticipazioni, conferme, smentite e riconferme, era stato dato come definitivo (?) qualche mese fa. Il proposito, nell’intento dei promotori, era quello di reinserire il nostro Paese nel novero delle rassegne internazionali del settore. Quella di Torino – che nella serie dei Saloni importanti c’era e come – era morta e sepolta da anni. Il Motor Show di Bologna aveva resistito finché aveva potuto, ma ad un certo punto era apparso sempre più in difficoltà, fino a rischiare una ingloriosa fine.
L’idea di organizzare un Salone a Milano era nata di recente a sorpresa, fra l’incredulità e le perplessità di molti, specie delle Case costruttrici, sempre più dubbiose circa l’opportunità o meno di investire tanto denaro richiesto dall’occupazione degli spazi espositivi e dall’allestimento degli stands. Tuttavia aveva preso fiato nel momento in cui era stata data per certa la partecipazione del Gruppo Fiat. Lo stesso Marchionne, pur osservando che in Europa tre Saloni di alto livello (Ginevra, Parigi e Francoforte) sono più che sufficienti, aveva finito per aderire a sua volta al progetto di rilanciarne uno in Italia. Di qui, il trionfante annuncio che l’evento si sarebbe tenuto davvero, a dicembre di quest’anno e che la Fiat sarebbe stata presente. Sembrava la volta buona anche perché, si sa, quando vi è la certezza della partecipazione del Costruttore nazionale, le altre Case, o almeno parte di esse, le vanno appresso.
E invece no. Nei giorni del Salone di Parigi – dove eravamo presenti – si era già diffusa la voce che il Milano Auto Show avrebbe dato forfait. Era fondata. Adesso dicono che venga rinviato alla prossima primavera. La farsa continua. Intanto pare che la rassegna bolognese si svolga davvero, fra un paio di settimane. Auguri.
Fin dall’inizio della esilarante novela, c’eravamo permessi di nutrire qualche dubbio sulla fattibilità del progetto milanese. Chi lo desiderasse, potrebbe andare a rileggere il nostro editoriale del 19/08/2014, dal titolo: “SALONI E SALONCINI”, oppure quello del 13/01/2014, dal titolo: “IL TEATRINO DEI SALONI” oppure, ancora, quello del 08/10/2013, dal titolo: “ITALIA SENZA SALONI”.
Cesare Castellotti