Sono passati 17 anni da quando iniziava l’avventura di Magorabin, da quando incontrai per la prima volta Marcello Trentini, giovane pieno di entusiasmo e dalle grandi ambizioni. Diciassette anni, una stella, un trasloco non trasloco – cambia la location ma non l’indirizzo – una Casa Mago oltre al ristorante – termine riduttivo per questo laboratorio d’avanguardia gastronomica -… Molta acqua è passata sotto i ponti, ma tornare nell’oggi raffinato, impeccabile antro di mille incantesimi culinari crea sempre attese, che mai come questa volta sono state rispettate, anzi superate con lode e completa soddisfazione.
Faccio un passo indietro e racconto l’esperienza anzi la rappresentazione e mai termine fu più azzeccato. Dei tre menu degustazione proposti attualmente – non vi è la carta – opto per l’Opera che altro non è che la trasposizione dello schema di una composizione operistica a tavola, con gli atti – non le portate – che si snocciolano in un crescendo di emozioni che accompagnano dall’ouverture al crescendo per arrivare al climax e chiudere con un epilogo. Cancellate, il tempo di una cena – pardon – di un’interpretazione corale le impostazioni e l’ordine dei piatti di italica memoria! La brigata si trasforma in orchestra di cui il Mago diventa direttore e Alessandro Uccheddu, inevitabilmente, il primo violino. Citando Ezio Bosso “la bacchetta accomuna direttore e mago, entrambi fanno magie”. Sovvertite le convenzioni, cancellati gli antipasti che precedono primi e secondi, gli Atti delineano la successione e le sensazioni che di battuta in battuta, piatto dopo piatto, nota dopo nota, illuminano il tavolo. Per la cronaca, sono al social table e sbircio le eleganti tovaglie tagliate su misura delle postazioni tradizionali. I dettagli fanno la differenza, non vi è storia.
Il preambolo chiama a gran voce la campagna piemontese e ammalia con i frollini che racchiudono un gelato gastronomico ai peperoni e acciughe. Vorrei riportare tutti i 15 assaggi che compongono il menu ma annoierei chi legge o molto più probabilmente mi invidierebbe all’eccesso. Mi limito a qualche accenno, forse sui piatti che ritenevo più rischiosi: un cervo a passeggio per Dunkirk, fatto l’appunto che avrei scritto in francese (Dunkerque) il nome della città portuaria – chi se lo sarebbe aspettato da me? – e superata l’infinitesimale titubanza sulla tartare di spalla del ruminante delle nostre foreste, all’assaggio capisco subito l’ermetico, misterioso nome del piatto. Dai boschi, luoghi di origine del cervo, chiudendo gli occhi e assaporando lentamente ci ritroviamo a gustare ostriche sulle spiagge atlantiche o del Mare del Nord: terra, mare, iodio, il pubblico vorrebbe applaudire ma il galateo delle sale di musica impedisce di farlo prima della fine dell’atto. Quanto allo sgombro indeciso tra saor e scapece: le due marinature con l’aceto della nostra penisola, escluso il carpione, giocano, esaltano e delicatamente si fondono in bocca.
Marcello è sempre un eccelso narratore che illustra, spiega, commenta e trasmette il suo sempre immutato desiderio di crescere, rompere gli schemi, senza mai fermarsi o cadere nella banalità. Simona, oggi restaurant manager, presenta gli abbinamenti con il refrain di una bollicina, nella fattispecie un convincente, elegante e strutturato Champagne rosé – 100% Pinot noir – di Jean Vesselle che si alterna a tè, sakè, sidro brut e altre proposte impeccabili. Alberto, maître e Paolo, sommelier, completano la sala.
Non resta che l’applauso – a fine spettacolo si può anzi si deve fare – senza dubbi, limiti, remore. Verrebbe spontanea la richiesta di un bis, sicuramente il desiderio di tornare presto.
Menu da 100 a 150 €, proposte light a pranzo. E la possibilità, non essendoci la carta, di incrociare i piatti delle degustazioni. Nei giorni feriali, a pranzo, #Tavola25 è il format che propone ai maggiorenni fino a 25 anni di avvicinarsi alla cucina d’autore con 3 portate e un calice di vino a 25 €, ça va sans dire. Un progetto targato JRE (Jeunes Restaurateurs d’Europe), ideato da Marcello.
Alessandro Felis
Magorabin
Corso San Maurizio 61/b – Torino
Tel: 011 81 26 808