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AUTO A GUIDA AUTONOMA. E ASSASSINA

Sembrava ce lo sentissimo. Nel nostro servizio speciale sul recente Salone di Ginevra avevamo riflettuto sulla … sicurezza (?) che le auto a guida autonoma sono in grado di offrire. La rassegna elvetica di quest’anno ha registrato una significativa presenza di veicoli privi di conduttore. Parecchi Costruttori li propongono attraverso i loro rappresentanti e portavoce. Non pochi addetti stampa, pr, marketing, illustrano le auto a guida autonoma sottolineandone le caratteristiche tecniche, ma non di più. Tuttavia alcuni non accennano minimamente ai rischi che quegli automezzi, inutile negarlo, presentano ai fini della sicurezza.

Ma ecco arrivare dagli USA, giusto pochi giorni dopo la rassegna ginevrina, la tragedia. A Tempe, una città dell’Arizona, dove è permesso alle auto a guida autonoma di circolare, una vettura del “circuito” Uber investe in pieno e uccide una donna che sta attraversando la strada con la sua bicicletta fuori dalle strisce pedonali. A bordo c’è un’altra persona che non fa in tempo a prendere in mano il volante ed evitare il disastro.

Che dire? A chi, a cosa, attribuire la colpa di questo e di eventuali altri (speriamo pochi) incidenti che potrebbero accadere in futuro? Al proprietario del mezzo? Alla Casa costruttrice? Facile immaginare i risvolti penali ed il vespaio che nascerà dal comportamento delle compagnie assicuratrici pronte, ancor più di oggi, ad aggrapparsi ad ogni cavillo per evitare di partecipare a qualsiasi tipo di risarcimento.

L’uomo, da un lato sa fare grandi cose, scoperte, invenzioni, agevolando il progresso. Ha creato l’automobile che ha accorciato le distanze fra Paesi, regioni e città, ha offerto più mobilità, conforto e possibilità di divertimento, arricchimento culturale, conoscenza di bellezze artistiche, storiche e naturali. Ma poi, in contraddizione con ciò che di buono ha fatto, sa diventare sadico, cinico. Si fa incantatore di serpenti, costruendo e reclamizzando prodotti che tradiscono gli scopi per cui erano stati creati. Ad esempio, veicoli ricchi di tecnologia avanzata, soprattutto di elettronica, ma carenti di quei dispositivi che dovrebbero salvaguardare l’incolumità di chi li ha acquistati. Ecco allora l’automobile, stupenda invenzione per la mobilità ed il benessere, trasformarsi in strumento di morte.

Auto a guida autonoma? No, grazie.

Cesare Castellotti Vaglienti