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FUSIONE CALDA

Fra gli apprezzabili tentativi del nuovo Governo, di mettere in campo misure di riforma per ridurre i costi dell’apparato statale, vi è la proposta – per la verità non del tutto nuova – di creare un archivio automobilistico unico. Nascerebbe dalla fusione tra un ente pubblico e uno para/pubblico. Da un lato la Motorizzazione Civile presso il Ministero delle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) che tiene aggiornato l’archivio nazionale dei veicoli, dall’altro il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) gestito dall’ACI, l’Automobile Club.

In effetti, perché si dovrebbe continuare ad intestare allo stesso veicolo due documenti recanti gli stessi dati, ma a loro volta conservati in elenchi differenti? Perché dover registrare due volte la stessa variazione nel caso, ad esempio, di un passaggio di proprietà? Dalla riduzione dei costi delle registrazioni inerenti il parco autoveicoli deriverebbero risparmi di spesa, di ragguardevole entità. Non mancano, purtroppo, gli ostacoli alla realizzazione di un progetto che si propone, semplicemente, di accorpare le due funzioni cosi simili tra loro. A cominciare dal ricollocamento dei dipendenti dei due “vecchi” enti. Soltanto il PRA ne ha – pare – circa tremila. Quanto costerà risolvere il problema degli esuberi?

Inoltre, come era prevedibile, si stanno già scatenando resistenze di varie lobbies, tanto affezionate alle solite tre “p”: potere, poltrone, prebende. Ci si chiede chi riuscirà a saltare addosso e gestire il nuovo ipotetico organismo, forse altro prelibato carrozzone. Piovono proposte da più parti. La Motorizzazione Civile sarebbe interessata ad incorporare, lei stessa, la gestione del PRA. L’ACI si candida a sua volta ad accaparrarsi il registro unico, buttando a suo favore sul tavolo, oltre al servizio pubblico finora reso attraverso il PRA, anche il pacchetto di servizi aggiuntivi, di carattere privatistico, che rende al mondo dell’automobile, dall’informatica alle assicurazione.

In definitiva, l’idea del Governo è buona, ma la fusione risulta… “calda”. Concretizzarla, meglio tardi che mai, ci sembra un tantino difficile, viste le diffuse e interessate ostilità. La Germania, d’altro canto, ha un unico Ufficio in materia. Ma è la Germania!

Cesare Castellotti