Grazie al settimo posto ottenuto nel Gran Premio della Comunità Valenciana il pilota maiorchino ha conquistato il titolo mondiale della classe regina del Motomondiale con una gara di anticipo.
A completare una giornata storica per la Casa di Hamamatsu c’è il quarto posto colto da Alex Rins, che domenica 22 novembre lotterà per laurearsi Vicecampione del Mondo nel Gran Premio del Portogallo.
La prossima gara di Portimao deciderà anche le sorti del Campionato del Mondo Costruttori, la cui classifica vede Suzuki prima a pari punti con Ducati.
Al termine di una stagione trionfale, che lo ha visto salire ben sette volte sul podio e cogliere la sua prima vittoria nella classe regina del motociclismo, Joan Mir si è laureato oggi Campione del Mondo MotoGP 2020. Il pilota maiorchino ha ottenuto la certezza matematica del successo iridato con una gara di anticipo sulla chiusura del calendario, grazie al settimo posto nel Gran Premio della Comunità Valenciana. Il piazzamento gli ha dato i punti necessari a tenere a 29 punti di distanza il primo inseguitore, Franco Morbidelli, un gap ormai incolmabile.
Il pilota italiano sarà ora rivale dell’altro pilota Suzuki, Alex Rins, nella volata per il titolo di Vicecampione del Mondo nell’ultima gara della stagione, il Gran Premio del Portogallo, in programma domenica prossima 22 novembre sul circuito di Portimao.
Suzuki si giocherà in terra lusitana anche il Campionato del Mondo Costruttori, la cui classifica la vede prima a pari punti con Ducati.
Grande merito della vittoria di Mir va sicuramente al Team ECSTAR, capitanato da Davide Brivio. La squadra, che ha trionfato a sua volta nella speciale graduatoria riservata ai Team, ha creato infatti l’ambiente ideale nel box. Il clima disteso ha contribuito a togliere pressione a Mir e a Rins e li ha aiutati a esprimere tutto il loro talento, con una sana rivalità e con tutto il rispetto necessario tra compagni di marca.
I tecnici Suzuki, dal canto loro, hanno saputo sviluppare la GSX-RR gara dopo gara e migliorare le sue prestazioni, seguendo anche le preziose indicazioni del Test Team e del collaudatore Sylvain Guintoli. Lungo tutto l’arco della stagione la moto si è dimostrata competitiva su ogni circuito in virtù di un bilanciamento perfetto, lo stesso che la Casa di Hamamatsu offre in ogni suo modello, non solo in quelli più competitivi e sportivi.
Questo trionfo rende storica l’annata 2020 per Suzuki, che ha quindi festeggiato nel modo migliore il 100° anniversario della fondazione, il 60° del debutto nel racing e i 35 anni di GSX-R. La Casa di Hamamatsu ha anche vinto, a settembre, il titolo mondiale nell’Endurance con il Team SERT, dimostrando una volta di più come il motorsport faccia parte del suo DNA.
La gara di Valencia
Partito dalla quarta fila dopo aver fatto segnare il 12° tempo in prova, Joan Mir è scattato in 11a posizione nel Gran Premio della Comunità Valenciana. Grazie a una condotta accorta e a sorpassi precisi è risalito presto fino alla settima posizione. Mir ha gestito con lucidità e maturità la corsa, senza farsi prendere dalla foga e arrivando sotto la bandiera a scacchi senza commettere alcuna sbavatura.
Ritrovatosi poco più avanti alla prima curva, Rins ha scalato la graduatoria, issandosi fino ai piedi del podio. La quarta piazza finale rappresenta un risultato eccellente per un pilota che era in tredicesima casella in griglia, dopo un travagliato sabato di prove.
Toshihiro Suzuki – Presidente di Suzuki Motor Corporation
“Vorrei congratularmi ed esprimere la mia riconoscenza al Team Suzuki Ecstar e Joan Mir per aver vinto il Campionato del Mondo MotoGP in una stagione così difficile e senza precedenti a causa della situazione della COVID-19 in questo 2020. Vorrei ringraziare anche Alex Rins, che ha portato avanti un campionato straordinario, ancora in lotta per il secondo posto.
Proprio nell’anno in cui Suzuki festeggia il centesimo anniversario, abbiamo vinto il campionato più importante: il mondiale MotoGP. Per noi il business motociclistico è da sempre uno dei settori chiave con il quale i nostri predecessori hanno iniziato e che hanno portato avanti per molti anni con passione.
Vorrei ringraziare tutti i clienti, i fan e i concessionari che hanno sempre incoraggiato Suzuki, e tutti i fornitori e gli sponsor che ci hanno sostenuto. I membri del nostro Team, i piloti, e tutto lo staff che ha sostenuto questa attività dalla nostra sede in Giappone.
Sin dalla prima gara in cui siamo tornati in MotoGP, sono stato sempre molto orgoglioso del lavoro svolto dal Team che ha superato le difficoltà facendo progressi costanti e lavorando sodo anno dopo anno, fino a laurearci campioni del mondo”.
Il ricco palmares Suzuki
La classe regina
Con l’alloro iridato di Joan Mir salgono a sette i Campionati del Mondo della classe regina vinti dai piloti Suzuki. Quello di Mir è il primo successo per Hamamatsu da quando è stata istituita la categoria MotoGP con moto a quattro tempi. I titoli precedenti risalgono all’epoca in cui correva la Classe 500 e al via erano schierate moto a due tempi. I primi due trionfi Suzuki portano la firma di Barry Sheene e risalgono agli anni 1976 e 1977, quando il pilota inglese sbaragliò la concorrenza con RG500. Nel 1981 e nel 1982 è stata quindi la volta degli italiani Marco Lucchinelli e Franco Uncini, sempre su RG500, mentre gli altri successi sono arrivati con RGV500 a opera di due piloti americani, Kevin Schwantz, nel 1993, e Kenny Roberts Jr, nel 2000.
Le altre classi
Nell’albo d’oro Suzuki ci sono ben altri nove mondiali piloti, ottenuti in grande prevalenza negli Anni 60, quando le moto di Hamamatsu dettavano legge tra le piccole cilindrate. Il primo Campione del Mondo su Suzuki fu Ernst Degner, iridato nel 1962 nella Classe 50, la stessa in cui Hugh Anderson trionfò nelle due stagioni successive. Il pilota neozelandese regalò a Suzuki anche due titoli della Classe 125, nel 1963 e nel 1965. Dal 1966 al 1968 fu invece un altro tedesco, Hans-Georg Anscheidt, a cogliere tre allori iridati di nuovo nella Classe 50, mentre il connazionale Dieter Braun vinse il Mondiale 125 nel 1970.