Le Follie: nome strano per un ristorante, specie per un locale ubicato in un’azienda agricola, la tenuta Antico Monastero per l’esattezza. Siamo alle porte di Asti, più esattamente in una borgata della città, ma già in piena campagna, pronti a fare … follie o per lo meno a cercare di capire quali siano. Comunque la cosa incuriosisce e sempre al reparto delle sorprese, provate a telefonare per prenotare e molto probabilmente vi risponderà Massimiliano Falcini col suo fascinoso accento fiorentino. Non vi siete sbagliati, non siete nelle terre del Chianti e della Chianina bensì in quella del Barbera e del Fassone, anche se in questo posto dove tutto può nascere ed essere stravolto, la distinzione non è così palese.
Sono passati due anni da quando lo chef patron, consigliato dagli amici liguri Federico e Paola – ora ai fornelli con lui -, lascia la sua Toscana per prendere possesso di questa tenuta con annesse 4 camere, ristorante, coltivazioni, allevamento e piscina d’ordinanza.
Squisita la sala, rustica e di buon gusto, tutta mattoni e legno con mise en place moderna, elegante, fuori dagli schemi della semplicità rurale. Interno ed esterno si contrappongono, integrano e stupiscono. Stiloso e competente, inappuntabile, Lorenzo gestisce con sicurezza e disinvoltura il servizio, dimostrando maturità nonostante la giovane età.
E la cucina? Non poteva che essere il matrimonio, il connubio perfetto tra le due regioni che, da sempre, se la giocano in campo enogastronomico e sono nel cuore di Max e di Silvia, moglie e compagna di avventura. Guelfi e Ghibellini, marchesato del Monferrato: avanti Savoia! Qui è tutto un riscrivere la Storia, specie quella culinaria. Due visite, la prima a luglio, la seconda pochi giorni fa. Siamo ormai diventati amici. Come si potrebbe non farlo? Lo chef, ragazzone serafico, dallo sguardo che sprizza bontà, ha modi che denotano tanta ansia da prestazione e quindi, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra in ogni istante quanto ami questo duro lavoro e quanto desideri emergere dopo quattrodici anni trascorsi alla Cantinetta di Antinori. Ancora molto da dimostrare ma i numeri ci sono e il nostro Piemonte sarà la sua terra di conquista … solo a tavola ovviamente.
Panzanella – delicata e piacevolmente fresca -, squisita pappa col pomodoro, goduriose pappardelle al ragù che al secondo pranzo accompagna i pici al profumo di finocchietto, deliziosi anche questi. Gli stracotti di cinghiale o di bovino sono da encomio e retaggio dei ricordi d’infanzia dello chef. Bavarese di Moscato, cremoso di frutto della passione al cacao e la tarte au citron sono alcuni degli impeccabili dessert presenti nel repertorio della giovanissima Stella; chiudono una partita dove lo chef che parla toscano dimostra buona tecnica e convincente conoscenza della tradizione – con predilezione per i piatti della sua terra – ma scalpita per sfondare e presto ne vedremo delle belle in terra astigiana! E saranno … follie!
La carta dei vini è redatta con criterio e conoscenza del mondo vitivinicolo, le etichette non sono banali e di questi tempi non è così frequente. Si sente l’esperienza.
E quanto prima organizzeremo una serata che ci porterà dal Monviso all’Arno con la vera cucina Toscana e i vini de L’Autin. Una bella sfida, già vinta, per gli amanti dei sapori veri e della genuinità. Aggiungerei anche un bel incontro, di quelli che fanno stare bene, con persone che ispirano fiducia al primo sguardo.