Scrigno prezioso di edifici in stile liberty e richiami medievali, il centro storico di Merano è racchiuso fra la vegetazione di un polmone verde – il torrente Passirio – che rende questa località altoatesina una meta ideale in ogni stagione dell’anno. La posizione geografica, all’incrocio fra le valli Venosta, Passiria e d’Adige, riparata dai monti del Tessa, da sempre ne condiziona fortemente il clima che, mite e temperato, permette la crescita di piante tropicali e mediterranee che, qui, in Alto Adige, ci si sorprende davvero di incontrare.
Per scoprire Merano non si può che iniziare da una passeggiata nel suo cuore più antico, quello adagiato alla sponda destra del torrente; sulla sinistra si affaccia invece il quartiere Maia Alta, Obermais in tedesco, con le sue eleganti dimore signorili. Entrando nel centro da una delle tre porte cittadine (Passiria, Venosta e Bolzano tutt’oggi conservate) si rimane affascinati dalle facciate degli edifici, di epoche differenti, con porte ad arco e splendidi bovindi.
La via dei Portici – voluta nel XIII° secolo dal conte Mainardo II – è un lungo corridoio di 400 metri, con colonne in pietra, che da piazza Duomo si snoda sino a piazza del Grano. Su entrambi i lati, dietro le vecchie arcate, i negozi ne fanno la via dello shopping: già dal XIV° secolo, come ci racconta la guida Antonella Russo (per visite guidate ci si può rivolgere all’ufficio turistico cittadino in corso Libertà 45), qui si svolgevano buona parte delle attività commerciali, connotazione rimasta nel tempo.
Di fronte al duomo gotico, dedicato a San Nicolò, patrono della città e neanche a dirlo, dei commercianti (da vedere sono gli affreschi, il coro e l’altare), sorge l’antico edificio un tempo sede della zecca cittadina, motore degli affari di quest’angolo di Tirolo. Naso all’insù, sul campanile della chiesa parrocchiale, che svetta per 83 metri, si notano diversi orologi: perché così tanti? Perché, quando in passato, le case porticate crebbero di numero, fu necessario posizionare di nuovi, uno sempre più in alto dell’altro, in modo che l’ora fosse visibile da qualsiasi punto della città.
Dietro al duomo una scalinata ripida sale sino a raggiungere la passeggiata Tappeiner che dai suoi 380 metri di altezza regala una vista suggestiva su Merano e il paesaggio della val d’Adige. A volere questo sentiero di 6 chilometri che arriva sino in località Quarazze (Gratsch), fu il medico e botanico Franz Tappeiner, da cui prende il nome: adatto a tutti (il dislivello è di appena 110 metri), è una delle più belle passeggiate d’Europa. Da qui, dove crescono magnolie, fichi d’india, sugheri, cedri e agavi, alba e tramonto sono incantevoli e il campanile sembra di toccarlo con mano.
Dalla passeggiata, con accesso diretto, c’è anche il giardino pubblico delle erbe aromatiche, allestito nel 2012 nel luogo dove un tempo sorgeva un vigneto: su 5mila metri quadrati di terreno, piante officinali e erbe di varie provenienze crescono rigogliose grazie, fra l’altro, alla posizione soleggiata. Chi lo desidera può procedere sino alla Torre delle Polveri, che il nome lo deve alla polvere da sparo conservata nel mastio del castello Ortenstein, andato purtroppo demolito, a differenza del torrione panoramico ancora esistente.
Scendendo dalla Tappeinerweg, opposta al torrente Passirio, s’incontra la Wandelhalle, edificio costruito in belle époque attorno al 1850. Nei decenni successivi, busti e targhe commemorative di meranesi meritevoli sono stati collocati qui e artisti famosi come Franz Lenhart e Peter Demetz ne hanno immortalato sulle pareti la bellezza del paesaggio altoatesino. Oggi la Wandelhalle, che ospita concerti e eventi sportivi, è anche luogo d’incontro per gli amanti delle belle arti.
E che dire del Kurhaus, anch’esso in stile liberty, costruito nel 1874 e ampliato una quarantina di anni più tardi. Oggi, questo gioiello d’architettura, progettato a suo tempo come luogo di cure termali ma anche come spazio d’intrattenimento per gli ospiti, è il palazzo-simbolo di Merano: splendidi sono il foyer, la galleria e la sala da ballo, le stuccature e i decori in ferro battuto, la rotonda con la cupola e il celebre Tympanon che raffigura fanciulle danzanti. Tanto maestoso all’esterno quanto elegante negli interni, merita di essere visitato anche se lo si può fare solo in occasione di manifestazioni.
Per ultime (ma solo perché a precederle è la loro fama) le terme cittadine, a pochi passi dal centro storico, sulla riva sinistra del Passirio: 25 piscine fra interne e esterne, più di 2mila metri quadrati di sauna con la moderna MySpa, la terrazza panoramica e una linea di cosmesi con prodotti al 100% regionali (l’acqua termale è quella del vicino Monte San Vigilio). Di fronte all’ingresso principale, la grande piazza pavimentata in pietra arenaria, con giochi d’acqua e un piccolo bistrot.
E per i buongustai? Un tour a Merano non può certo escludere un assaggio della gastronomia locale: ecco allora che per una deliziosa pausa gourmet si può andare da Pur Südtirol, al 35 di Corso della Libertà. In questo “mercato dei sapori”, che è anche un emporio per la vendita di prodotti dell’Alto Adige, si possono gustare deliziosi toast (assaggiate quello alla mela e speck…), zuppe, piatti del giorno, salumi (come quello di cervo), formaggi di ogni genere e l’immancabile croccante pane di segale. Con un bicchiere di buon vino o un succo di mela.
Testo e foto Sonja Vietto Ramus
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Per informazioni: sito ufficiale www.suedtirol.info