Dai nostri inviati Cesare Castellotti Vaglienti e Josè Citro.
Ginevra. Ha vinto la Volvo, viva la Volvo. E’ la prima volta che la marca svedese, ora con doppio passaporto (cioè anche cinese) si aggiudica il Premio “Auto dell’Anno” nell’ambito del Salone elvetico, uno dei più importanti del mondo insieme a Parigi, Detroit e Tokio. La vera notizia di questa ottantottesima edizione l’ha offerta, dunque, Volvo che con la nuova XC40 rimane legata alla propria tradizione di specialista nel wagon. Con i suoi propulsori benzina, Diesel e ibrido plug-in e potenze fino a 390 cv, è una vettura di classe medio-alta, dal prezzo tutto sommato ragionevole e pertanto accessibile ad una fascia di clienti più vasta che in passato.
Fra le 7 finaliste del Premio – deciso da una giuria composta da giornalisti professionisti, in rappresentanza di alcune tra le più quotate testate specializzate d’Europa – la XC40 ha prevalso con un totale di 325 punti e con notevole scarto rispetto alle concorrenti: Seat Ibiza (242), BMW Serie 5 (226), Kia Stinger (204), Citroen C3 Air Cross (171), Audi A8 (169) e relegato in fondo, l’Alfa Romeo Stelvio (163) realizzata su pianale Giulia. L’ultimo posto della classifica rappresenta, per il marchio del Biscione, una sonante batosta, anche umiliante, che farebbe “invidia” persino a Renzi e che rimane, tra l’altro, difficile da esaminare e spiegare.
Detto della nuova regina di Ginevra, entriamo nelle tematiche di fondo della rassegna che (unica con cadenza annuale fra le europee) rimane aperta al Palexpo fino al 18 marzo offrendo al visitatore il meglio della produzione automobilistica mondiale. Sono 180 le marche presenti, 900 le vetture esposte, 110 le anteprime (89 mondiali e 21 europee). Sono invece assenti Opel, DS, Infiniti, Chevrolet, Cadillac e, anche questa volta, Lancia, sempre più attenzionata, chissà, da Federica Sciarelli di “Chi l’ha visto”?
Si nota la folta presenza di veicoli in grado di mantenere l’aria pulita. Tuttavia occorre distinguere: l’ibrido è una realtà concreta, che incontra il gradimento dei clienti come dimostrano le cifre di mercato. Lo segue, ma a dovuta distanza, il metano. C’è poi il discorso sull’elettrico: il Salone è pieno di proposte di questo tipo. Se ne fa un gran parlare ma non si capisce ancora quali possibilità abbia di diffondersi nell’uso quotidiano: più fumo che arrosto secondo alcuni, mentre per altri servirebbe quanto meno a tranquillizzare gli ecologisti. L’idrogeno, con ogni probabilità, rimarrà ancora per parecchio tempo materia per i nostri pronipoti. E il Diesel? E’ balzato agli onori, si fa per dire, delle cronache dopo che qualche Costruttore, anche molto importante, era stato pizzicato per avere truccato le carte sulle emissioni. A fargli perdere terreno nella considerazione degli automobilisti hanno contribuito anche i provvedimenti, sempre più severi e restrittivi, ai fini della circolazione. In controtendenza appaiono i clienti italiani che non sembrano rassegnati ad abbandonare il gasolio, stando ai dati di mercato, che nei primi mesi di quest’anno registrano una sua crescita dell’1,5% mentre invece il benzina resiste, anzi perdendo il 2,8% delle vendite. Alcuni Costruttori propongono, a loro volta, vetture a guida autonoma. Ma, a nostro avviso, sembrerebbe opportuno aspettare che questi veicoli possano vantare garanzie assolute di sicurezza.
Qui a Ginevra, fra allestimenti onestamente meno sontuosi che in passato, rimangono ancora stands in grado di far sognare il visitatore. Primo fra tutti, provate a indovinare, quello della Ferrari, dove bisogna dare gomitate per riuscire a scorgere l’ultimo bolide rosso battezzato 488 Pista, la berlinetta più potente nella storia di Maranello: V8 biturbo 3,9 litri, 720 cavalli, 340 orari, 0-100 in 2,8 secondi. Lamborghini è presente con la sua ennesima esagerata da urlo: si chiama Huracan Performante Spyder. Maserati continua a migliorare la Quattroporte. Questa volta c’è la sua sesta serie nelle versioni Gran Sport e Gran Lusso, con trazione integrale Q4 a gestione elettronica, motore V6 con potenza portata a 430 cavalli, 280 orari di velocità. Per chi vuole esagerare, soprattutto in termini di portafoglio, ecco la meravigliosa Rolls Royce Cullinam, che prende il nome dal più grande diamante del mondo. A bordo ci si sente un marajà, a patto ben inteso di avere alla guida uno chauffeur in elegante livrea. Aston Martin sfoggia la Vantage, auto da competizione con tanto di targa e di fanali. Non meno emozionante la “Senna”, con cui McLaren rende omaggio al grande brasiliano Ayrton, carrozzeria in fibra di carbonio, motore V8 bitiurbo 4 litri da 800 cavalli.
Porsche richiama l’attenzione sulla nuova 911 GT3 RS da 520 cv a 9000 giri. Mai prima d’ora la Casa di Stoccarda aveva sfornato una aspirata così potente. Sempre in campo tedesco ecco la nuova X4 di BMW, accanto alla rinnovata Serie 2, mentre da Ingolstadt è arrivata la nuova Audi A6 abbastanza “parente” della A8. Decisamente ricco di modelli il padiglione della Mercedes: EQ Elettrica dalla forte familiarità con Smart, nuova Classe A berlina e wagon, restyling della classe C, anche ibrida, AMG rinnovata coupè 4 porte ad alte prestazioni con motore ibrido. Ford scopre la Edge ristilizzata e la Ka-Active con Diesel 2.0 e nuovo cambio automatico a 8 rapporti. Molto elegante, dallo stile filante e persino aggressivo, la nuova berlina 508 Peugeot. Nello stand della Casa del Leone c’è spazio anche per il discorso sui commerciali leggeri: lo propone il Rifter, erede del Partner e gemello di Citroen Berlingo e Combi Opel. Citroen, oltre a C3 Aircross è presente con C4 Cactus. Renault propone EZ-GO Concept elettrico futuribile con potente motore R110.
Firmata da Seat, ecco Ateca, primo modello con nuovo logo creato per i modelli sportivi della Casa spagnola, oltre all’inedito Suv 7 posti Terraco. Sempre nell’ambito del Gruppo Wolkswagen, Skoda propone il restyling della Fabia e il Vision X, che anticipa il Suv compatto con doppio motore, a metano ed elettrico. Suzuki – la cui filiazione italiana è guidata dal fresco vincitore del Premio Top Manager, Massimo Nalli – si esercita su Swift offrendone una versione dalla sfiziosa e accattivante estetica gialla e nera. Pesa soltanto 975 chili, motore 1.4 turbo da 140 cv. Fra i Costruttori giapponesi, Toyota, fatti molti soldi con la Prius, espone la nuova Auris, pronta a montare un nuovo sistema ibrido con motore da 2 litri, oltre al restyling della Aygo ed al concept della Supra, ormai in vista della produzione di serie. Alla Lexus i riflettori sono puntati su UX, primo Suv compatto del marchio Premium di Toyota. Anche Honda continua ad impegnarsi nel campo dei veicoli a basso impatto ambientale, con la nuova CR-V, anche ibrida con motore benzina da 182 cv e con un trio di concept elettrici il primo dei quali l’Urban, totalmente a batteria è praticamente già pronto. Il portavoce di Honda Italia, Vincenzo Picardi, non ha difficoltà ad ammettere che entro il 2025 i due terzi della produzione Honda saranno costituiti da ibridi, elettrici o comunque alternativi.
Fra le coreane, oltre a SSangYong e Hyundai, spicca la Kia che propone la nuova serie di Ceed (ora da scrivere senza l’apostrofo). Quanto a FCA, il convento non passa novità di rilievo: Abarth 124 GT con hard top in fibra di carbonio; nuove Fiat S-Design e Mirror; Spider S-Design, Wrangler; Cherokee 2019; Grand Cherokee Trackhawk V8 6,2 L turbo 750 cv; serie speciale Compass Night Eagle. Di Alfa Romeo abbiamo detto trattando di “Auto dell’Anno”. Degna di nota alla Jaguar, la versione definitiva della I-Pace, lunga 4,68 metri, primo modello tutto elettrico della marca britannica, crossover con 2 motori abbinati per una potenza totale di 400 cv, trazione integrale, 480 km di autonomia. Alla (ormai cugina) Land Rover fa la sua apparizione la SV Coupè come dire: quinto modello della gamma Range Rover.
In conclusione, l’88esimo Motor Show di Ginevra assegna più risalto alla concretezza che alla bellezza pura. Meno male che non hanno fatto mancare la loro presenza due storiche firme del design, ovviamente italiano che tutto il mondo ci invidia: Pininfarina, con la spettacolare HK GT e il grande impareggiabile Giugiaro, con l’avveniristico prototipo Sibylla, lungo oltre cinque metri, a metà fra un suv e una lussuosa berlina, padiglione in vetro resina senza montanti di sostegno, portiere posteriori ad ali di gabbiano, sistema elettrico collegato alle ruote motrici. E’ il modo in cui il mitico Giorgetto festeggia il suo ottantesimo genetliaco. Così come la carrozzeria da lui fondata, l’Italdesign, spegne le candeline del mezzo secolo di vita con un altro fantastico oggetto: la versione roadster della Zerouno. Perché anche l’occhio vuole la sua parte.