La nuova regina delle medio-piccole, capitolo significativo di una storia già ricca di “medaglie”, festeggia il raggiungimento della maggiore età, essendo nata nell’estate del 2001. Fin dai momenti della sua prima presentazione e della successiva commercializzazione, apparve chiaro il successo che si avviavano a tributarle sia la stampa specializzata sia la clientela, al punto che la Citroen, per molto tempo si guardò bene dal mettere mano a qualsiasi forma di restyling o anche soltanto di face lifting. Ma, tant’è, prima o poi un rinnovamento finisce per imporsi, anche per stare, come si suol dire, al passo coi tempi e con le mode (che tristezza, le mode!).
Ecco allora, novembre 2009, il successivo modello, a rinverdire la vetturetta francese con un’operazione ben più importante della solita cura al “Gerovital”, cui i Costruttori sottopongono le automobili, in genere a metà del loro ciclo vitale. Ma nel frattempo la C3 ha cambiato parecchi dei suoi connotati e adesso dimostra di compiere un importante passo avanti rispetto a quella che l’ha preceduta. Anzitutto nella carrozzeria: 4 metri di lunghezza, 1,75 di larghezza, 1,47 di altezza, 0,300 metri cubi di bagagliaio, 45 litri di capacità del serbatoio. La forma esterna sottolinea la percezione di altezza del frontale, gli “chevron” e il doppio profilo cromato arrivano fino ai fari diurni a Led dalla forma arrotondata. Nella parte anteriore il paraurti conferisce robustezza al cofano, i fendinebbia si distinguono per i profili colorati. In fatto di tinte sono disponibili 9 tonalità e altre 3 (nero, rosso e bianco) per il tetto (volendo, anche flottante in vetro panoramico). Gli allestimenti proposti sono 6: Live, Feel, Shine, Up Town, Race Edition, Origins e si differenziano a seconda della ricchezza delle rispettive dotazioni.
La nuova Citroen C3 monta diverse motorizzazioni, soprattutto il 3 cilindri benzina da 68, 82 o 110 cavalli e il Diesel da 110 cv. Per la nostra prova su strada abbiamo scelto la 4 porte benzina turbo 1.2 da 110 cv, con cambio automatico e modalità manuale. La potenza massima di 81 kw si raggiunge a 5.500 giri, la coppia massima di 230 Nm a 1.750 giri. La velocità di punta è di 193 orari, il consumo: 5,8 litri di benzina in città, 4,1 su percorso extra-urbano e 4,7 nel misto, le emissioni di Co2: 108 g/km.
Uno degli aspetti per i quali la C3 di ultima generazione può andare giustamente fiera è la nutrita serie degli equipaggiamenti di bordo, mirati soprattutto alla sicurezza e al comfort. Tanto per citarne alcuni: il climatizzatore, il sistema di navigazione connessa 3D con riconoscimento vocale, la telecamera di retromarcia, l’avviso di superamento involontario delle linee di carreggiata, il dispositivo di sorveglianza del cosiddetto “angolo morto”, quello di frenata d’emergenza e quello che facilita le partenze in salita impedendo di arretrare quando si rilascia il pedale del freno, l’impianto radio MP3 Dab. Ci sono pure gli “airbump”, composti da 6 capsule d’aria integrate nella parte inferiore delle portiere, allo scopo di proteggere la carrozzeria da eventuali piccoli urti.
Per quanto concerne, non soltanto l’estetica ma anche l‘abitabilità e in generale il benessere degli occupanti, la dice lunga l’ampia gamma di possibilità di personalizzazioni, tale da soddisfare anche gli sfizi ed i gusti dei più esigenti automobilisti. In questo campo Citroen è “maestra” da tempo.
Le impressioni ricavate dal nostro test su vari tipi di strade e condizioni atmosferiche sono riassumibili nelle seguenti valutazioni: 9 in pagella a ripresa ed accelerazione, 8.5 a tenuta di strada, stabilità e silenziosità, 8 a cambio, sterzo e frenata, 8.5 a comfort e abitabilità, 9 alla sicurezza. Come dire, una perfetta sintesi di tecnologia.
Non v’è dubbio che la reginetta francese si distingue nella categoria delle medio-piccole e ribadisce l’alto livello qualitativo raggiunto da PSA (Citroen, Peugeot, DS, Opel). Nell’anno trascorso ha fatto registrare – come osserva “InterAuto News” – una serie di risultati storici: un fatturato di 74 miliardi di euri (+ 19% rispetto all’anno precedente), un risultato netto di quasi 3.300 miliardi per una crescita di oltre il 40%. In totale, nel 2018 il Gruppo francese ha venduto 3.800.000 veicoli, vale a dire il 6,6% in più rispetto all’anno precedente. Con numeri del genere, appare più che giustificata l’ambizione di PSA, manifestata dal suo CEO Carlo Tavares, di “diventare il Costruttore automobilistico leader in Europa”. Fra i suoi obiettivi – riferisce sempre InterAuto News – c’è pure quello di aumentare le vendite nei mercati extra-europei del 50% entro il 2021, anche attraverso il lancio di 116 nuovi modelli e di posizionare i suoi marchi in nuovi territori: Citroen in India, Peugeot in Nord America, Opel in Russia, consolidando nel frattempo la presenza internazionale di DS.
Ma non potremmo concludere questo pezzo senza citare una ricorrenza importante per il mondo dell’automobile: cento anni fa, nel 1919, Andrè Citroen, una volta riconvertita la fabbrica di Javel (dapprima ingranaggi, successivamente granate), metteva in produzione la Type A, prima automobile europea costruita in grande serie. Ad Andrè Citroen, uno dei padri fondatori della moderna industria automobilistica, si deve la creazione di modelli epocali: la Traction, la DS, la 2 CV. Ideata, quest’ultima, come Toute Petite Voiture e divenuta “uno degli oggetti simbolo della società industriale nell’era dell’automobile”, come è stata definita da Walter Brugnotti nella sua prefazione al libro di Nicola Pafundi: “la Due Cavalli in blues”.
Cesare Castellotti Vaglienti
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