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AYGO chiede strada

Nel panorama della piccole c’è n’è una che si distingue per la sua forte personalità, per il design estroso e vivace, che le impedisce di passare inosservata. E’ la Toyota Aygo di seconda generazione, ancora frutto della partnership con Peugeot e Citroen, che hanno dato vita a loro volta ad altrettante sfiziose city car.

Per passare ai tre nuovi modelli, il progetto è stato rivisto in modo intelligente, mantenendone cioè invariate le caratteristiche originali, soprattutto nella meccanica e dando invece fiato alla creatività degli stilisti. Del resto, il capitolato dell’accordo fra la casa di Nagoya ed il Gruppo PSA prevedeva che nella loro evoluzione le tre “sorelle” avessero meno legami stilistici che in passato.

La Aygo ne è risultata profondamente rinnovata rispetto al modello precedente. Il progettista giapponese David Terai l’ha voluta con una scocca più leggera e più rigida e una maggiore capacità di carico (cresciuta di 29 litri). Ma ciò che la diversifica maggiormente da 108 e C1 è il look, ora più intrigante e più audace, con numerose possibilità di essere cambiato nei componenti e nei colori. Come dire: l’auto a misura di cliente.

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Principali connotati della carrozzeria: frontale con vistoso motivo a “X” che parte dal logo al centro della mascherina, gruppi ottici anteriori molto allungati con luci a Led e posteriori verticali, ampio lunotto esagonale, tetto in tela apribile elettricamente, porte anteriori molto grandi che rendono comodo, anzi comodissimo l’accesso all’abitacolo a sua volta migliorato con un sistema multimediale che permette di usare tutte le funzioni del telefono dal dispaly touch-screen da 7”.

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Rivolta particolarmente ai giovani e alle donne, la nuova Toyota di segmento A presenta una lunghezza leggermente aumentata rispetto alla precedente (3,46 m.), un’altezza di poco diminuita (1,62) e così pure il passo (2,34). E’ migliorata l’aerodinamica (CX 0,28 anziché 0,30), è un po’ diminuito il peso in ordine di marcia (860 Kg). Monta cerchi in lega da 15” e pneumatici 165/60 R15.

Cinque gli allestimenti tra cui scegliere: X-cool, X-play, X-cite, X-wave e X-clusive. E’ abbondante, in rapporto a un auto di questa categoria, la serie delle dotazioni: climatizzatore manuale, ottimo impianto radio con blue-touth e comandi sul volante, telecamera posteriore di assistenza al parcheggio, sensore crepuscolare, segnalatore del consumo istantaneo del carburante, specchietti retrovisori regolabili dall’interno, comando a distanza dell’apertura/chiusura delle porte, fendinebbia, ESP, sedili anteriori con poggiatesta integrati. Fra gli optionals c’è pure il sistema di allarme.

L’unico motore disponibile è il tre cilindri a benzina 1.0 WWT-i aspirato da 96 cv, 95 Nm di coppia a 4300 giri (ma già a 2000 ne sono disponibili 85), cambio meccanico a 5 marce (in alternativa all’automatico robotizzato), 160 orari di velocità massima, 0-100 in 14,2”, consumo in ambito cittadino di 5 litri ogni 100 Km, nell’extra-urbano 3,60, nel combinato 4,10, emissioni di Co2 95 g/Km.

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Il nostro test-drive ci ha permesso di verificare i sensibili miglioramenti registrati dalla nuova Aygo rispetto a quella di prima generazione (che aveva già trovato in Italia più di 150.000 clienti): divertente da guidare, più comfort, stabilità e tenuta di strada, meno rollio in curva, apprezzabile silenziosità, migliore raggio di sterzata con conseguente maggiore agilità in ambito cittadino.

Se si opta per una city-car, questa può essere l’ideale.

 

Cesare Castellotti

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