Dal 25 novembre 2016 al 26 febbraio 2017 presso il MAUTO un’inedita esposizione racconta il percorso umano e artistico del “Car Designer del secolo” attraverso le sue auto più iconiche, dipinti e bozzetti.
Giorgetto Giugiaro, icona del Car Design è uno degli uomini che più di tutti l’ha segnata con il suo genio creativo, che ha dato forma ad oltre 200 vetture – dalle utilitarie più spartane a sportive mozzafiato e concept car – e ha saputo fondere una forte vena artistica con una rigorosa cultura ingegneristica.
È già stato detto e scritto molto su una figura come quella di Giugiaro, innato talento che sfugge ad ogni definizione e che la mostra prodotta dal MAUTO racconta in una versione inedita attraverso le sue influenze familiari, le sfide imprenditoriali e l’umanità che lo stilista ha saputo infondere in ogni sua opera, guardando al futuro con intuizione e coraggio. Innovazione e unicità, arte e concretezza guidano da oltre sessant’anni la mano di Giorgetto, primo progettista integrale dell’auto e ancora oggi punto di riferimento a livello globale nel settore.
Sette lauree ad honorem, sei “Compasso d’Oro”, tre “Auto dell’Anno” e due “Volante d’Oro”.
Sono solamente alcuni dei riconoscimenti ricevuti nel corso di un’inarrestabile carriera che nel 1999 ha portato 120 giornalisti di tutto il mondo a definirlo il più importante Car Designer del Novecento, tutto questo senza contare le centinaia di realizzazioni nel campo dell’industrial, del product e del visual design.
«La mostra è la definitiva celebrazione dell’instancabile, concreta azione creativa di Giugiaro, straordinario esempio della capacità del fare tipica di questo territorio e più in generale della genialità italiana», dichiara il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana.
«Abbiamo voluto raccontare la storia di un creativo che facendo tesoro del suo patrimonio personale di incontri e collaborazioni ha elaborato la capacità di misurarsi con linguaggi e strumenti diversi», continua Rodolfo Gaffino Rossi, nella doppia veste di curatore e direttore del MAUTO.
«Giugiaro è una figura “rinascimentale” capace di tradurre in grafite e in volumi concreti le attese di generazioni di fruitori», gli fa eco Giuliano Molineri, mentre Giosuè Boetto Cohen aggiunge che «questa mostra è dedicata ai giovani in gamba, che si ricordano – anche in un mondo iperconnesso – di usare sempre il proprio cervello per andare alla ricerca delle idee».
Tutto inizia a Garessio, piccolo paesino al confine con la Liguria, dove nel 1938 nasce Giorgetto. È a partire da qui che si sviluppa l’esposizione che ripercorre l’infanzia e il forte legame con la famiglia. In particolare con il padre Mario che gli trasmette la passione per il disegno e la pittura, la scelta di intraprendere una formazione artistica a cui si va ad affiancare lo studio della progettazione tecnica. Poi il trasferimento a Torino e l’esperienza della scuola per “figurinisti” di Eugenio Colmo, in arte Golia.
Nel percorso sono presente inediti bozzetti giovanili, dipinti ad olio e caricature di personaggi famosi fino ai primi figurini di automobili. A metà degli Anni Cinquanta attireranno l’attenzione di Dante Giocosa, direttore tecnico della Fiat e considerato uno dei maestri della scuola motoristica italiana. Si prosegue poi nella sezione “Ghiribizzi” che racconta gli anni da apprendista nel Centro Stile Fiat e i primi modelli del ventunenne Giugiaro per la carrozzeria Bertone. Per arrivare all’impresa di Italdesign, fondata insieme all’amico tecnologo Aldo Mantovani nel 1968 e sviluppata in crescente simbiosi con il figlio Fabrizio, entrato in azienda nel 1990 fino ad assumere la responsabilità dell’Area Stile.
La concept-car Testudo e gli studi per la Aztec sono il preludio della “Gallery” che raccoglie dieci delle vetture più celebri disegnate da Giorgetto: auto da sogno accanto a geniali utilitarie. Il resto è storia: dalla Golf lanciata nel 1974 alla Ferrari GG50, passando per la Panda e l’Alfa Brera, la Maserati Ghibli e la berlina extralusso Bugatti, fino all’Alfa 2600 e la Brivido, concepita in Italdesign da Fabrizio Giugiaro, per concludere con la DeLorean, resa celebre dal film “Ritorno al futuro”.
Alla domanda “Maestro, lei avrà certamente una collezione di tutte le sue creazioni?”
Giorgetto: “Oggi, mi piacerebbe collezionare le vetture realizzate nella mia vita, ma sono diventate troppo costose!”
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