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FOCUS PIACE ANCHE AL PAPA

E’ una storia infinita quella delle auto papali, da quando i solenni cocchi trainati da cavalli lasciarono il posto alle macchine a motore. La comprensibile aspirazione a cavalcare il progresso aveva indotto la Chiesa a mettere in disparte le carrozze e ad utilizzare il nuovo mezzo che è (o forse è stato!) veicolo di civiltà e comunque di libertà.

Sicché, per trasportare il Pontefice si sono succedute Fiat, Isotta Fraschini, Bianchi, Citroen, Toyota, Cadillac, Mercedes, Land Rover, Lancia, andando a formare, attraverso decenni, una ricca collezione di oggetti da museo. Basti citare la Fiat 525N, monumentale berlina di rappresentanza, rigorosamente nera, donata a Pio XI dal Senatore Giovanni Agnelli con una pomposa cerimonia di consegna nel cortile di San Damaso. Oppure la bellissima Isotta Fraschini regalata sempre a Papa Achille Ratti dall’Automobile Club di Milano. E poi la imponente otto cilindri americana Graham Peige.

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da sinistra: FIAT 525N e  Graham Peige

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ISOTTA FRASCHINI Tipo 8

Nel parco macchine del Vaticano sono conservate con particolare cura anche altre due vetture storiche, la Campagnola dell’attentato del 26 agosto ’78 a Giovanni Paolo II e la Lancia 2000 della quale Albino Luciani, allora Patriarca di Venezia, si servì per andare a Roma e partecipare al Conclave che l’avrebbe poi eletto al supremo Soglio. L’attuale Papa Francesco deve essersi commosso non poco nell’aggiungere alla importante collezione la Renault R4, ancora perfettamente funzionante, donatagli dal veronese don Renzo Zocca che la usò per oltre 300.000 chilometri. E’ lo stesso modello con cui Bergoglio viaggiava quando era cardinale di Buenos Aires.

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da sinistra: FIAT Campagnola e Renault 4 GTL

In una delle prime esternazioni dopo l’elezione al Pontificato, quest’uomo dalla grande semplicità e umiltà quale ormai lo conosciamo, disse che non gradiva vedere religiosi a bordo di auto di lusso. L’esempio lo sta dando egli stesso, ignorando le super-limousine che comunque avrebbe ancora a disposizione e spostandosi invece su una vettura di classe media, la Ford Focus. Dunque, grazie anche a papa Francesco, la Focus è diventata l’auto del momento, come del resto dimostra il gradimento che riscuote in ogni parte del mondo.

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Ford Focus – fonte:web

Noi abbiamo provato quella di ultimissima generazione, in versione wagon, 4,55 di lunghezza, 1,82 di larghezza, 1,50 di altezza. La linea filante, il frontale completamente rifatto, con un cofano di nuovo disegno, i fari più sottili e più bassi, conferiscono una personalità più forte alla vettura, che appare più bella, più larga, più snella e in definitiva più proporzionata rispetto al modello precedente. Gli stilisti, attraverso affinamenti anche tecnici non di poco conto, hanno cambiato sensibilmente i connotati alla Focus, pur mantenendone invariato il profilo laterale. E’ più elegante, confortevole e silenzioso l’abitacolo, grazie alla migliore qualità dei materiali impiegati, alle rifiniture in nero satinato, al nuovo e più gradevole aspetto della plancia (display touch da 8 pollici) dalla quale sono stati eliminati alcuni tasti di cui, sinceramente, si poteva benissimo fare a meno. Il posteriore (nuovo il lunotto) è stato rivisto rendendo più morbide le linee sia del portellone sia dei gruppi ottici, anche questi più sottili rispetto alla generazione precedente.

ford focus ford focus

Nella ricca gamma motori, tutti i rispettosi della normativa Euro6 sulle emissioni, si segnala come il più apprezzabile e brioso, il Diesel TDCi 1.5 da 120 cavalli e cambio automatico Powershift a 6 rapporti. Unisce potenza, coppia e reattività ad una efficienza ed economicità di gestione che – secondo i dati forniti dal Costruttore – sono cresciute del 19% in confronto al precedente due litri e 115 cavalli. La meccanica vanta sospensioni riviste nella geometria e dotate di boccole più rigide per ridurre il rollio; aggiornato il controllo elettronico della stabilità con un dispositivo che si attiva automaticamente quando, nei cambi di direzione, l’auto sta per slittare.

A questo punto vale la pena sottolineare che la nuova Focus (ottimo il suo rapporto qualità/prezzo) eccelle in sicurezza attiva e passiva come poche sue concorrenti, anche di categoria e prezzo superiori. Dispone di una serie di sistemi di assistenza alla guida che ne fanno una delle macchine più appetibili nel panorama delle medie. E’ la prima Ford a disporre dell’Active Park Assist che permette il parcheggio semiautomatico per effettuare le manovre anche “a pettine”: esegue da sola la manovra lasciando al guidatore soltanto il controllo dei pedali e del cambio. Ma c’è di più: i sensori impediscono di tamponare veicoli che precedono o di essere investiti da altri che seguono oppure di venire urtati sulla destra o sulla sinistra da veicoli che si affiancano; per ognuno di questi rischi c’è un allarme che ti fa fermare bruscamente. Non mancano altri marchingegni come lo start & stop, il regolatore della velocità di crociera, la chiave programmabile che permette ai genitori di pre-impostare alcuni comportamenti dell’auto quando la prestano ai figli: abbassare la velocità, ridurre il volume massimo dello stereo, impedire la disattivazione delle tecnologie di sicurezza. Per non parlare della connettività, che gestisce una serie infinita di funzioni legate alla navigazione, all’informazione e all’intrattenimento, attraverso comandi vocali. Un esempio: basta dire semplicemente: “ho fame” e viene visualizzato sul display l’indirizzo dei ristoranti più vicini.

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La nostra prova, da Milano al resort “Cascina Francia” di Cavour (Torino) su strade di pianura, di montagna e di città, ci ha permesso di ricavare le impressioni che sintetizziamo nella “pagella” che segue:

Ford Focus Wagon TDCi 1.5 125 cv

scheda focus

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Dalla sua prima generazione (1998) ad oggi, la Focus ha trovato più di 12 milioni di acquirenti in 140 mercati nel mondo (quasi 7 milioni in Europa, dove se ne produce una ogni 90 secondi). Per soddisfare l’elevata domanda globale di questa vettura, la Casa dell’Ovale Blu – osserva Domenico Chianese, amministratore delegato della filiazione italiana – ha incrementato la capacità produttiva delle fabbriche di Argentina, Cina, Germania, Russia, Stati Uniti, Taiwan, Tailandia e Vietnam, che hanno ormai un output complessivo superiore al milione e mezzo di unità prodotte annualmente.

Cesare Castellotti Vaglienti

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